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Liceo delle Scienze sociali E. Ainis Messina stage
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in collaborazione con il Liceo Ariosto di Ferrara
Il semplice guardare una cosa non ci permette di progredire. Ogni guardare si muta in un considerare. Ogni considerare in un riflettere, ogni riflessione in un congiungere. Si può quindi dire che noi teorizziamo già, in ogni sguardo attento rivolto al mondo.
W. Goethe in La teoria dei colori
Il titolo dello stage richiama quello del noto film Le mani sulla città, in cui il regista, Francesco Rosi, denuncia la trasformazione di una tra le più belle città d’Italia, Napoli. Solo, infatti, guardando con occhi nuovi le nostre città possiamo tentare di sottrarle alle mani che le spogliano delle ricchezze naturali, culturali e storiche e offrono in cambio mostruosità edilizie, progetti disfunzionali, piani regolatori confezionati secondo interessi economici e politici, poco attenti ai bisogni della collettività.
È tempo che le nuove generazioni imparino a vedere come si impara a parlare e a leggere, senza errori causati da dis-trazione (nel senso di essere tratti- fuori dal contesto reale), senza idee precostituite, senza visioni scontate, ereditate dalla rassegnazione delle generazioni precedenti. Seguendo le riflessioni di L. Wittgenstein in Ricerche filosofiche,occorre tradurre il semplice vedere, come atto percettivo, in un atto noetico, generato dall’esperienza vissuta e in grado di modificare il rapporto tra noi e il mondo.
Vedere per conoscere, conoscere per comprendere, comprendere per cambiare, tenendo conto di quello che c’è, di come si è generato, di quel che manca, di cosa si è perduto, di ciò che è stato tolto, perché - come suggeriva Italo Calvino intervenendo ad un dibattito sul futuro delle città italiane - questo tessuto con le sue parti vitali ( ) e con le sue parti disgregate o cancerose è il materiale da cui la città di domani prenderà forma, in bene o in male, secondo il nostro intento se avremo saputo vedere e intervenire oggi, o contro di esso nel caso contrario. Tanto più l’immagine che trarremo dall’oggi sarà negativa, tanto più occorrerà proiettarci una possibile immagine positiva verso la quale tendere. È evidente che la motivazione per questo percorso nasce innanzitutto dal grido di dolore di Messina (ultima città d’Italia nella classifica dei servizi sulla qualità della vita, commissariata nei suoi principali enti, sotto la spada di Damocle di grandi opere infrastrutturali) che educatori e alunni di un Liceo delle Scienze sociali non potevano non raccogliere.
La motivazione scaturisce anche dal curricolo stesso che ci costringe a una didattica che, partendo da un nucleo problematico, lo affronta per gradi di complessità crescente. Il processo da cui ha inizio questo percorso parte dal basso, dall’osservazione di un territorio, un’osservazione inizialmente ingenua, come quella possibile ad alunne di primo superiore, non costrette a guardare nella stessa direzione dell’insegnante. Poi, pian piano lo sguardo si è attrezzato per un’approssimazione sempre più consapevole e critica alla realtà osservata.
È la ricerca che chiama gli approfondimenti teorici e concettuali. La città da studiare non è più soltanto la nostra città ma il laboratorio dove si prova la metodologia della ricerca sociale, si tengono in soluzione le diverse ipotesi concettuali e si riformulano i saperi per giungere ad uno schema in grado, senza semplificare, di illustrare la trama delle relazioni.
L’immagine della città è come un’immagine frattale in cui si riproduce quella della società complessa e pertanto va guardata (e pensata) da molteplici prospettive disciplinari.
L’esperienza condotta finora è stata estremamente impegnativa ma anche entusiasmante: per noi docenti costretti a riconoscere l’inadeguatezza
dei saperi disgiunti, frazionati nella spiegazione di realtà
o problemi trasversali, soprattutto quando questi si presentano in carne
e ossa nell’esperienza di stage,infatti, come ricorda E. Morin nei
Sette saperi, la mente formata dalle discipline perde la
sua capacità naturale di contestualizzare i saperi, così come
di integrarli nei loro sistemi naturali;
Liceo delle Scienze sociali E. Ainis Messina Classe IV° sezione A Responsabili: Josette Clemenza, docente di Scienze sociali; Cettina D’alatri, docente di diritto ed economia; Cettina De Luca, docente Italiano e storia; Amina Zavan, docente di LNV e Arte
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